280) |
L’inizio del Tutto e la fine del momento sono nello stesso luogo. La madre delle ossa è madre delle ceneri, non conta cosa è stato ma cosa sarà il ritorno. Non perderti. |
281) |
Vieni dall’Inaudito Intangibile Immenso e tu, incarnato io illusorio, perdi la Trinità Immacolata per l’indeterminata forma. |
282) |
La forma è motivo d’amore ma è decadimento, è separazione. Non perderti con i motivi, cogli l’amore. |
283) |
I tre specchi formano una lampada, incroci di luci la colorano, le «tue» forme la nutrono e tu ti perdi. |
284) |
Le quattro leggi che dimensionano le quattro cose da sapere, per quattro esseri, per quattro… |
285) |
Lontani dalla fulgida gemma del cuore tenui indicazioni, carenti forze, vite assenti. Ti perdi. |
286) |
Le forme raccontano dell’Anima ma vivono per merito dell’Anima. Provengono dal Creatore ma sono forgiate dall’Anima. |
287) |
Nell’attimo della trasmutazione la grande trasformazione dà luce al grande mistero, al buio e alle molteplici forme. Non ti sfamare di forme, rimani a bocca vuota e nutri il cuore. |
288) |
Le forme ignorano, non afferrano, ruotano incoscienti, sensibili al contatto illusorio.
Afferrano la finta esistenza, nascono, muoiono, danzano lontano dal Canto dell’Eterno. Per paura del Signore di Tutto deviano dalla Luce e fuggono verso l’oscurità. Persi. |
289) |
Sì, decisamente è da sapere. Le forme dell’universo svaniranno nel tempo, nel vuoto, nell’infinito, nello spazio, nel quattro… e poi nel cinque… |
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