490) |
Chi la vetta raggiunge conosce il baratro; chi è nel baratro non conosce la vetta. La forma attira ma finisce dove puoi poggiare il piede. Nel vuoto non puoi poggiare il piede, ma percorrilo e ti ritroverai cullato dal Signore. |
491) |
Chi si lascia attraversare si libera e vede con i propri occhi, simultaneamente, il buio e la luce. Non più condizionato è contenuto e contenitore. |
492) |
Vivere nella Vacuità, vivere nella Totalità, non è diverso da vivere nella particolarità per chi, dentro o fuori, senza io, con io, si manifesta. |
493) |
La fede in riti o parole può essere sbagliata, la fede nella propria coscienza in vita no. |
494) |
Intangibile presenza libera, intangibile conoscenza. |
495) |
Ogni nuovo universo nuove note fondamentali. Il saggio diviene apprendista del nuovo caos. È senza poteri né ricordi, nell’Estrema Legge che permane darà nuovo insegnamento dell’Ordine. |
496) |
Abituati a vederli sempre ed ovunque non li guardiamo bene: il cielo ci sorride, il sacco è sconfinato. |
497) |
Invisibile, appare. Presente, traspare. Sporco, è immacolato. Penetra l’uniforme illusione, scaccia le tenebre mentali, ma vuoto non vuoto. |
498) |
Chi mantiene la memoria si trasmuta nella forma, esiste e non rincorre l’esistenza, ma si usa e non si usa per dare testimonianza. |
499) |
Indeterminato, senza mutamenti osservabili nel tempo di una vita. Così l’universo è, come colui che con il sacco vuoto lo percorre dal suo inizio. |